La Convention Citoyenne pour le Climat

Tra ottobre 2019 e giugno 2020 in Francia si è svolta la Convention Citoyenne pour le Climat, una “assemblea dei cittadini” dedicata al tema del cambiamento climatico, in cui 150 cittadini estratti a sorte hanno lavorato insieme, nell’arco di 9 mesi, per redigere delle proposte di legge per ridurre le emissioni climalteranti almeno del 40% entro il 2030 in Francia.

Nonostante le “assemblee dei cittadini” siano uno strumento abbastanza diffuso e consolidato, la Convention ha diversi elementi innovativi: il tema, innanzitutto, strategico, ma anche estremamente complesso e ampio, un tema da “addetti ai lavori” per antonomasia; la rappresentatività del campione; la concretezza degli obiettivi (elaborare delle proposte di legge, non un “parere”); l’autorevolezza dell’impegno (il Presidente Macron si è infatti impegnato a portare le proposte “tali e quali” alla discussione in parlamento).

Per tutte queste ragioni, la Convention è stata al centro di articoli di giornale, come di trasmissioni radiofoniche e televisive, non solo in Francia, ma anche in Inghilterra e nel nostro paese, e non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche, fortunatamente tra un pubblico più ampio ed eterogeneo.

Per allargare la riflessione e favorire un reale approfondimento, vogliamo segnalarvi alcuni degli articoli pubblicati sul tema. Partiamo dall’intervista a Loic Blondiaux, realizzata da Agnese Bertello e pubblicata su “Una città”. Nella lunga intervista, Blondiaux approfondisce alcuni aspetti legati al processo, al rapporto tra cittadini ed esperti, al ruolo dei facilitatori e al rapporto con il potere politico. Bertello ha pubblicato articoli sul tema anche su Qual Energia e La Rivista il Mulino. In Italia, oltre alle riviste citate, ne hanno parlato, Vita, il Foglio e L’Avvenire.

In Francia, uno dei temi più dibattuti è stata la rappresentatività del campione. Per sondare questo aspetto, sia “i 150” sia un gruppo diverso, “statisticamente rappresentativo”, sono stati sottoposti a un medesimo questionario con l’obiettivo di valutare se e quanto le risposte di un gruppo si discostassero da quelle dell’altro. I risultati li trovate in questo documento dell’ANR (Agenzia Nazionale di Ricerca).

Sul Guardian è invece uscito un articolo che racconta la Convention attraverso le parole di alcuni dei cittadini che vi hanno preso parte e allarga la prospettiva raccontando alcune ricadute impreviste della Convention stessa. In Francia, le esperienze di “Convention Citoyenne” si sono moltiplicate, sia a livello regionale che cittadino: Marsiglia, Nante, Nancy e l’Occitania hanno rapidamente dato vita a esperienze analoghe, aprendosi ad altri temi.

Curiosamente l’articolo del Guardian non fa nessun riferimento all’esperienza britannica: tra gennaio e settembre, dunque quasi contemporaneamente all’esperienza francese, oltre Manica infatti si è svolta la Climate Assembly UK. Un confronto tra i due casi è portato avanti su Carnagie Europe dove vengono anche schematizzate le differenze principali tra le due esperienze.

Per chi volesse essere aggiornato sugli sviluppi della vicenda, tutt’altro che scontati, la cosa più semplice è seguire la pagina Facebook della Convention, o la pagina dell’associazione “Les 150” che riunisce i partecipanti alla Convention con l’obiettivo di monitorare l’iter di discussione delle proposte.