Ricostruzione, politica e partecipazione

Vasco Errani conclude il suo mandato da Commissario Straordinario e lascia in eredità un’ordinanza (n. 36, 8 settembre 2017) che ai nostri occhi rappresenta un “caso di studio” emblematico per analizzare il complesso rapporto tra partecipazione e politica.

Quali sono gli elementi di questo “caso di studio”? Il primo Decreto Legge del Commissario (n.189), datato 17 ottobre 2016, individua la partecipazione dei cittadini come strumento fondamentale per la ricostruzione: gli interventi, dice, “devono avvenire assicurando un ampio coinvolgimento delle persone interessate”. Vasco Errani è stato presidente della Regione Emilia Romagna dove la Legge sulla partecipazione esiste da tempo, conosce la partecipazione da vicino, ne conosce l’importanza e giustamente la pone al centro di una politica di ricostruzione.

Nella primavera 2017, Errani decide di affidare allo studio di Mario Cucinella l’elaborazione di un Piano Strategico per la ricostruzione del centro storico della città di Camerino. Il Piano deve prevedere un percorso partecipativo che coinvolga gli abitanti della città marchigiana. Da questa scelta, nasce Workshop Ricostruzione Camerino (WSR Camerino), progetto di MCArchitects, School of Sustainability che vede come partner Ascolto Attivo, per la progettazione partecipata.

 

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Tra maggio e luglio 2017, sono stati organizzati 4 laboratori cui hanno partecipato tra le 60 e le 150 persone. Alla Rocca di Camerino, intorno ai tavoli, in incontri che dalle 18,00 si protraevano a volte fino alle 22, abitanti e architetti ragionavamo insieme di come trasformare un dramma in un’occasione di crescita, come farla ancora più bella, questa città, garantendo vie di fuga, spazi aperti, luoghi di socialità, servizi, un centro storico vissuto 7 giorni su 7… Così, in questo dialogo, che non è stato senza conflittualità, ma pieno di energia e intelligenza, si è riuscita a condividere una visione della Camerino futura e a cominciare a costruire un Piano d’Azione concreto per dare concretezza a quella visione

A settembre le Linee strategiche WSR Camerino (Workshop Ricostruzione Camerino) sono state presentate non solo al Comune di Camerino, ma alla Regione Marche, alla Sovrintendenza dei Beni Culturali, alla Provincia di Macerata, all’Arcidiocesi di Camerino, all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Ancora e Macerata, al MiBACT, all’Università di Camerino, avviando un
Tavolo di lavoro che tiene insieme, oltre ai cittadini, tutte le istituzioni coinvolte nella ricostruzione della città. Il primo passo di una nuova fase di lavoro che da Strategia diventa Piano d’azione. Nell’approccio proposto, la partecipazione dei cittadini è stata l’elemento innovativo capace di fare la differenza. La Sovrintendenza ha sottolineato come Camerino sia l’unica città in cui, grazie a questo lavoro,
esiste un Piano strategico di ricostruzione condiviso; tutti gli attori si sono detti disponibili e pronti ad andare avanti attraverso il confronto con gli abitanti.
Ora, la domanda che ci poniamo è: come mai da qui si arriva all’ordinanza emanata da Errani?
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Considerando questa esperienza specifica, che il Commissario e tutto il suo staff conoscono bene; considerando le esperienze pregresse di Errani che è stato Presidente della Regione Emilia Romagna, dove la Legge sulla Partecipazione c’è, dove il concetto di Bene Comune è radicato; considerando anche il fatto che il Ministero delle Infrastrutture lavora sul Dibattito Pubblico, strumento importante di partecipazione, che il Ministero per la Semplificazione ha emanato un Decreto sulla consultazione dei cittadini; considerando tutto questo: come si arriva a un’ordinanza che riduce la partecipazione all’invio di proposte individuali con strumenti telematici, che la partecipazione la imbriglia e la contingenta, come segnala anche Luigi Bobbio su www.lavoce.info?

Bobbio sintetizza così la sostanza dell’ordinanza: “Cittadini e gruppi possono formulare proposte, ma solo entro 45 giorni della perimetrazione dei siti e devono inviarle esclusivamente per via telematica (articolo 3), una disposizione che, trattandosi per lo più di borghi di poche anime, appare quanto meno strana. Possono formulare osservazioni sui piani urbanistici e ambientali dei comuni, ma solo entro 10 giorni dalla loro adozione, che scendono a 7 se si tratta di osservazioni alle contro-decisioni della commissione permanente (articolo 4). A loro volta, i comitati istituzionali dovranno emanare entro 60 giorni un regolamento sulle modalità di partecipazione dei cittadini e, se non lo faranno (e possiamo facilmente prevedere che non lo faranno), dovranno provvedere le regioni nei successivi 45 giorni (articolo 2)”.

 

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Eppure, i presupposti e gli obiettivi inseriti nell’ordinanza sono assolutamente coerenti con l’idea di un processo partecipativo inclusivo. Vi si dice, e citiamo dal testo, che l’obiettivo è “adottare decisioni condivise ed idonee alla realizzazione delle esigenze dei cittadini, operando (…) attraverso modalità di ascolto e consultazione, nei Comuni interessati, degli operatori economici e della cittadinanza”, inoltre, e continuiamo a citare, si vuole assicurare “la massima celerità, efficacia ed efficienza degli interventi e delle iniziative”.

Perché si adotta, allora, una procedura che non sembra centrare l’obiettivo? A quali esigenze – della burocrazia, della politica, degli organi di governo – ha dato risposta la procedura scelta? È importante domandarselo, se vogliamo capire e provare a fare diversamente.

Come Ascolto Attivo, in occasione del Festival della Soft Economy, organizzato nel luglio scorso a Treia da Symbola, dove il progetto WSR Camerino è stato presentato, abbiamo dato la nostra disponibilità ad affiancare lo staff del Commissario per lavorare alla stesura dell’ordinanza. C’è bisogno di competenze di professionisti diversi per farlo bene: pubblici amministratori, esperti di normativa in materia, architetti e progettisti, facilitatori esperti di progettazione partecipata.

C’è bisogno anche del contributo di una facilitatrice esperta di comunicazione, di facilitazione linguistica (il discorso sull’Antilingua di Tullio De Mauro è sempre attualissimo), che faccia in modo che quanto elaborato sia comprensibile per chi deve partecipare. Altrimenti a cosa serve?

 

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