L’Associazione Circola, di cui Ascolto Attivo è tra i soci fondatori, ha ideato e condotto il progetto Dopo le mafie, per la valorizzazione e la gestione partecipata dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Alla base del progetto, da un lato, l’idea che un bene confiscato sia un bene comune e che come tale possa essere oggetto di specifici patti di collaborazione; dall’altro, la consapevolezza che per un Comune, gestire in maniera produttiva un bene confiscato alla criminalità, restituendolo, come prevede la legge, alla comunità è un processo complesso. Obiettivo del progetto era dunque l’affiancamento dei comuni che aderivano al progetto –  Milano, Rozzano, Rho e Pero – da molteplici punti di vista: un affiancamento tecnico-giuridico, curato da un team di avvocati e notai, per sbrogliare la matassa spesso ingarbugliata che impedisce che questi beni tornino alla comunità, ma anche la creazione e il coordinamento di un percorso di progettazione partecipata che coinvolgesse l’intera cittadinanza e portasse a elaborare una proposta di riutilizzo del bene confiscato. Il progetto prevedeva inoltre un coinvolgimento concreto delle scuole e delle biblioteche del territorio, intese come hub culturale, promotori di una nuova cultura della cittadinanza e della legalità.

Ascolto Attivo ha curato in particolare i processi partecipativi legati alla definizione di usi possibili degli spazi, favorendo la nascita di nuovi organismi (associazioni, comitati…) in grado di portare avanti le idee progettuali emerse attraverso la sigla di patti di collaborazione con le rispettive amministrazioni comunali.

A Rozzano, il progetto ha riguardato la villetta di via Molise 5. Il percorso si è concluso con la sigla del patto di collaborazione tra il Comune di Rozzano e il Comitato Molise 5 che oggi promuove attività culturali, educative e aggregative per bambini, ragazzi e adulti.

A Milano, il progetto ha riguardato invece un piccolo appartamento all’interno di un condominio in via Espinasse. In questo caso, il percorso ha inteso coinvolgere innanzitutto gli inquilini del condominio; con l’associazione che li riunisce, il Comune di Milano ha siglato un patto di collaborazione per la creazione di una biblioteca condominiale e di quartiere all’interno dell’appartamento.